Derry 2013

Derry 2013
Scuola in visita al centro cinematografico nazionale, Vilnius, Lituania
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mercoledì 22 aprile 2015

Novità dal panorama nazionale

Nel corso dei mesi più recenti hanno avuto luogo dei passaggi rilevanti nella direzione di una definizione del rapporto tra cinema e scuola in Italia, un argomento centrale tra quelli trattati in questo blog. Da quasi 2 anni ormai, Screening Literacy Italia segue e monitora gli avvenimenti salienti in relazione alle trasformazioni, ai nuovi assetti e alle novità del mondo del cinema e in particolare alla questione del rapporto tra cinema e scuola, avendo al centro del proprio orizzonte di informazione e approfondimento la Film Literacy.

Ebbene, due sono le novità più importanti finora: una riguarda il Liceo Artistico, l'altra riguarda il ddl "La buona scuola".

Cominciamo dai Licei Artistici. Com'è noto, nel 2010 è stata varata una Riforma dei Licei che ha ridisegnato il panorama di questa branca dell'insegnamento secondario superiore negli ordinamenti italiani. Tra le altre, una delle novità della riforma fu proprio l'inserimento del cinema come materia d'indirizzo: infatti, all'interno del Liceo Artistico, uno dei 6 indirizzi della riforma, vi era presente, tra i 6 curricoli, un curricolo definito "Audiovisivo e Multimedia", che include il cinema e l'audiovisivo come discipline caratterizzanti.
In alcuni ex-Istituti d'Arte italiani l'audiovisivo era già presente, informalmente, ma la riforma ha creato i presupposti per un'apertura ufficiale dell'istruzione artistica al cinema e, man mano, molti Licei Artistici ed ex-Istituti d'Arte in varie regioni d'Italia hanno aperto l'indirizzo.
A distanza di 5 anni dal varo della riforma, e dopo 3 anni scolastici in cui l'indirizzo è andato a regime, a dicembre 2014 il MIUR, in particolare la Direzione Generale per gli Ordinamenti e l'Autonomia Scolastica del Dipartimento Istruzione, ha erogato un bando, rivolto ai Licei Artistici, intitolato "La nuova identità del Liceo Artistico", finalizzato all'organizzazione di una serie di giornate di studio nazionali in diverse regioni d'Italia finalizzate a, si legge nel bando, "definire una identità condivisa dei licei artistici per far sì che essi divengano una scelta "forte" per gli studenti e per le loro famiglie ma anche per il sistema paese, nella misura in cui mirano allo sviluppo di fondamentali competenze nel campo della creatività e dell'innovazione ed offrono concrete opportunità sia per il proseguimento degli studi che per l'occupabilità".
Il progetto è attualmente in corso e sulle pagine del sito del MIUR è possibile leggere il calendario degli incontri. Da questo ciclo di giornate di studio dovrebbe auspicabilmente risultare un quadro dell'attuale situazione del nuovo liceo artistico.

La seconda novità riguarda il ddl "La buona scuola". Com'è noto, si tratta del discusso disegno di legge di riforma della scuola attualmente in discussione presso le camere del Parlamento.
Su sollecito degli organi competenti, il testo della legge è stato emendato, inserendo la seguente dicitura: "promozione e diffusione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e della produzione culturale, musicale, teatrale, coreutico, cinematografico e sostegno della creatività connessa alla sfera estetica" (fonte: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/bollet/201504/emendamenti/Html/07/C2994/allegato_2994.htm).
ANEC e ANEM, di concerto con l'AGIS, hanno reso noto, attraverso un comunicato, la propria soddisfazione per questo risultato raggiunto, in vista dell'obiettivo di "sviluppare insieme al MiUR e alle scuole sul territorio dei progetti ad hoc di formazione su queste materie".
Negli ultimi giorni, in più circostanze pubbliche e alla presenza dei rappresentanti del MIBACT e delle associazioni di categoria del comparto cinematografico, l'argomento è stato trattato come uno degli argomenti più importanti e urgenti. In particolare, nel documento condiviso tra varie associazioni di categoria presentato durante il convegno ANEC “Sala cinema, Produzione, Creatività tra Sostegno e Rilancio” (Roma, 16-17 aprile 2015), il secondo punto tra le priorità strategiche individuate riporta quanto segue: "Riconoscere il ruolo socioculturale dello spettacolo in sala, promuovendo l'inserimento dell'educazione all'immagine tra le attività dell'offerta formativa scolastica e coordinando le attività rivolte alla formazione del pubblico, in particolare giovane".

Si tratta di alcuni passaggi che stanno iniziando a prefigurare alcuni passaggi importanti in vista della costruzione di quella che in questa sede abbiamo definito una "strategia nazionale" per il cinema, cioè a dire un disegno complessivo che raduni intorno a un tavolo diversi settori e diverse competenze con l'obiettivo di dare luogo a un sistema coeso finalizzato alla crescita del comparto e alla sinergia con altri settori il cui coinvolgimento è necessario in vista dell'interesse generale di crescita comune. Ognuno dei passaggi qui riportati costituisce un movimento in diverse direzioni, ma tutti hanno in comune la vocazione a inscriversi in un orizzonte strategico comune nel quale i rapporti tra cinema e scuola hanno la possibilità, auspicabilmente, di rinsaldarsi in un disegno più ampio, la cui costruzione è basata sul dialogo interistituzionale e con il territorio.

Come già sottolineato sulle pagine di questo blog, la Film Literacy riveste un ruolo fondamentale nell'ambito di questo disegno strategico: essa costituisce, infatti, il segmento in grado di attuare una congiunzione profonda tra l'offerta culturale che arriva dalla filiera produttiva e distributiva e il pubblico. L'inserimento della Film Literacy all'interno di un disegno strategico nazionale rende possibile sia la ricerca di nuovi pubblici, rivolgendosi a tutta quella fascia di utenza che non ha il cinema tra i propri interessi, e il rafforzamento del pubblico esistente, verso il quale la Film Literacy esercita una forza alfabetizzante in grado di incrementarne la consapevolezza critica e la capacità di riconoscere la qualità all'interno dell'ampio panorama dell'offerta culturale cinematografica.

Un disegno nazionale che includa e valorizzi la natura profondamente strategica della Film Literacy prevede, in tal senso, il coordinamento di livello nazionale tra le istituzioni dell'istruzione e quelle della cultura, e certamente questo passaggio legislativo su "La buona scuola" rappresenta un momento di dialogo in corso tra i due organismi nazionali deputati a emanare norme che favoriscano processi in tal senso. L'attenzione delle associazioni di categoria e delle istituzioni rappresenta, dunque, un aspetto fondamentale per la costruzione di una strategia nazionale: è essenziale, infatti, che la Film Literacy venga riconosciuta a tutti gli effetti come un segmento consustanziale alla filiera produttiva e distributiva del cinema e dell'audiovisivo, ed è dunque un segnale confortante sapere che il documento congiunto sopra citato pone all'ordine del giorno la questione della Film Literacy come una priorità strategica.

D'altra parte, anche nell'ambito del Liceo Artistico a indirizzo Audiovisivo e Multimediale, che costituisce già un aspetto della vita scolastica in cui al cinema è a tutti gli effetti riconosciuto il proprio ruolo in quanto materia scolastica, si necessita di avviare un processo legislativo per portare a compimento la realizzazione di tutte quelle infrastrutture necessarie alla messa a regime di questo indirizzo, che ha delle enormi potenzialità sotto più punti di vista.

Quello che la cultura e il cinema devono fare sulla scuola tramite tutti gli organi competenti e gli attanti coinvolti in questo processo di riforma è un investimento che non può più aspettare. Come il Rapporto europeo "Screening Literacy" mette in luce, In molti paesi d'Europa sono già in essere dispositivi normativi e iniziative di vario genere in grado di garantire una sinergia forte e profonda tra questi due mondi. Costruire un pubblico consapevole partendo dai giovani è un investimento che, a lungo termine, dà dei risultati che in altri paesi d'Europa sono tangibili ed evidenti e sono il risultato di politiche culturali molto più accorte che non hanno mai tenuto separati questi due mondi. Si fa urgente per questo paese focalizzarsi verso un obiettivo: la costruzione di una strategia nazionale che includa la Film Literacy come un tassello fondamentale.

mercoledì 23 ottobre 2013

Cinema sempre più vuoti, in 23 milioni non ci vanno

Gentilissimi,

vi invito a leggere il bell'articolo di Franco Montini pubblicato su "La Repubblica" del 22 ottobre.

Cinema vuoti ventitré milioni di spettatori disertano le sale

ROMA Inchiodati a 100 milioni. Le presenze al cinema non decollano, nonostante il numero degli schermi sia in crescita.

ROMA Inchiodati a 100 milioni. Le presenze al cinema non decollano, nonostante il numero degli schermi sia in crescita. Negli ultimi dieci anni nel nostro paese sono sorti 1118 nuovi schermi ripartiti in 133 strutture, ma gli spettatori che frequentano il cinema sono sempre meno. Una recente inchiesta ha dimostrato che, lo scorso anno, 23 milioni di italiani non sono mai entrati in una sala. E quest' anno la stima sembra essere la stessa. Tante le ragioni di questa emorragia, a cominciare dal proliferare dei multiplex che ha messo in crisi le sale tradizionali e i cinema di città col risultato che dal 2003 ad oggi sono sparite 712 sale e per raggiungere una sala la maggioranza degli italiani deve sempre più spesso allontanarsi da casa per raggiungere le macrostrutture costruite per ovvi motivi in periferia. In Francia il numero dei cinema è circa il doppio rispetto alla nostra realtà dove la prossima scadenza legata al passaggio al digitale fa prevedere altre inevitabili ed imminenti chiusure. Al momento, infatti, solo il 61% degli schermi italiani è digitalizzato. La sparizione delle sale di città, vetrina privilegiata dei nostri film, è anche uno dei principali motivi del decremento di spettatori alle produzioni nazionali, che, dopo l' exploit del 2011, quando la quota di mercato degli italiani aveva toccato il 37,6%, nel 2012 ha perso oltre dieci punti percentuali e nei primi dieci mesi dell' anno in corso è ulteriormen te scesa al 22,2%. E in tutto questo resta sul tappeto la "concorrenza" di competitor sleali: la pirateria e in particolare il download. A scaricare i film dalla rete non sono più soltanto i ragazzini, ma anche il pubblico adulto. Il consumo di film è destinato a trasferirsi in una dimensione privata su computer e monitor? Gli esercenti non ci stanno e, per individuare soluzioni e strategie di sviluppo per la sala, hanno organizzato per oggi a Roma un convegno "Il cinemaei cinema del futuro", cui ha garantito la propria presenza anche il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray. «Non vogliamo piangerci addosso - annuncia Lionello Cerri, presidente dell' Anec, l' associazione di categoria - più che ragionare sull' attualità, dobbiamo individuare nuovi modelli operativi per la sala, che, per sopravvivere, deve trasformarsi in centro di aggregazione. I cinema, come le piazze dei centri commerciali, devono tornare ad essere un luogo di incontro. Gli esercenti sono chiamati a trasformarsi in imprenditori culturali: devono investire maggiormente sulla comunicazione; servirsi dei nuovi strumenti tecnologici; valorizzare i film interessanti, perché troppi titoli meritevoli passano in sala nella più assoluta indifferenza. Dimostrare al pubblico che la visione di un film al cinema è tutta un' altra cosa. È anche una questione di educazione e formazione. In altre parole bisogna individuare occasioni per stanare gli spettatori nelle loro case. La sala cinematografica non deve più avere al centro il film, bensì lo spettatore».