Derry 2013

Derry 2013
Scuola in visita al centro cinematografico nazionale, Vilnius, Lituania
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domenica 4 maggio 2014

Festival del Cinema di Lecce: è ora di alfabetizzarci alle immagini?

Si riporta l'articolo pubblicato il 2 maggio su www.ilfattoquotidiano.it a firma di Anna Maria Pasetti. L'articolo è consultabile al seguente link.

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Pensare per immagini. Ovvero l’ovvietà su cui poggiano nascita e sviluppo del linguaggio umano. Ci siamo dentro fino al collo, e lo saremo sempre più: le generazioni dei digitali-nativi non conoscono quasi alternative. Eppure esiste un paradosso che – come spesso accade – trova nel Belpaese il suo trionfo: siamo immersi in un oceano iconocentrico in costante espansione eppure non ci preoccupiamo di capire/spiegare come tale mondo funzioni veramente. Perché si sa, l’universo del linguaggio immaginario ha codici precisi, atti a formulare significati non sempre evidenti che tuttavia solo gli esperti in materia si preoccupano di studiare e illuminare.
La riflessione, non nuova ma giustamente riproposta, è stata al centro della tavola rotonda Film Literacy, accessibility and audience development in Europe organizzata oggi nell’ambito del XV Festival del Cinema Europeo di Lecce. Niente paura: “film literacy” non è un insulto, semplicemente è l’espressione internazionale con cui ci si riferisce alla “alfabetizzazione del linguaggio audiovisivo”.
Il tema è solo apparentemente di nicchia, bensì riguarda tutti, proprio per le ragioni sopra sintetizzate. Nel capoluogo salentino si sono radunati esperti in materia per capire lo stato dell’arte di una “disciplina” surrealmente e colpevolmente ancora trascurata. Da anni se ne parla tra gli addetti ai lavori, il primo nonché finora l’unico Piano Nazionale per la Didattica del Cinema e del Linguaggio Audiovisivo in Italia risale alla fine degli anni Novanta: fu sostenuto da alcuni docenti e intellettuali tra cui Lino Micciché che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia. Fu un tentativo coraggioso di applicazione della materia nella scuola, intesa dalla materna alle superiori. Il Piano si “frantumò” per ragioni politiche (cambiò il Governo a cavallo tra la seconda e terza annualità) e dopo di allora il vuoto, o quasi.
Oggi qualcosa sembra ripartire, anche grazie alle spinte europee che cercano di convogliare sotto un unico “ombrello” le istanze legate a questo tema, seppur consapevoli che ogni territorio si diversifichi per problematiche, esigenze, espressioni specifiche. L’Italia della “Film Literacy” si trova a “combattere” per strutturarsi a livello nazionale integrato grazie anche agli sforzi di Alessandra Guarino (Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia) e di Simone Moraldi (Università RomaTre – esperto di Film Literacy), protagonisti oggi al convegno accanto a Doris Pack (Presidente Commissione Cultura Parlamento Europeo), Nathalie Bourgeois (Cinémathèque Française), Silvano Marseglia (Presidente Europeo AEDE) e Mark Reid del British Film Institute, istituzione che ha peraltro curato per conto della Commissione Europea l’importante rapporto Screening Literacy: Film Education in Europe pubblicato agli inizi del 2013.
Nel documento si capisce subito che la definizione di “Film Literacy” è qualcosa che supera la comprensione dei film, o dei programmi tv o dei videogames, giusto per capirci, ma riguarda la nostra vita quotidiana stessa, altrimenti tra volta da codici e simbologie che non raramente sottendono ideologie pericolose. È noto a tutti che il Fascismo (ed altri regimi) mise il cinema al centro del proprio interesse (“La cinematografia è l’arma più forte dello Stato” decretava solennemente Il Duce..): oggi la manipolazione attraverso ma soprattutto delle immagini stesse ha ormai raggiunto livelli impensabili fino a pochi anni fa.
Portare nelle scuole anche a partire dai più piccoli l’insegnamento del “senso delle immagini” e dunque di inquadrature, capire il significato dei movimenti di macchina, osservare con attenzione i punti di vista etc.. è un dovere morale che rispecchia un diritto civile a qualunque latitudine, livello d’istruzione, estrazione sociale e culturale. L’obiettivo è – come hanno puntualizzato Guarino, Moraldi e il docente Francesco Crispino – “fare struttura sinergica e strategica” attorno a un tema urgente ed emergente. Di alfabetizzazione audio-visiva si riparlerà a Parigi il 27 e 28 maggio presso il Quartier Generale dell’UNESCO, e speriamo anche più diffusamente sugli organi di comunicazione (di massa). Chi volesse saperne di più, può consultare e contribuire al blog Screeningliteracy-italia.blogspot.com.



sabato 26 aprile 2014

Cinema italiano in panne. Urge una terapia shock

Gentilissimi,

trascrivo qui l'articolo a firma di Bruno Zambardino dal titolo "Cinema italiano in panne. Urge una terapia shock" pubblicato su Tafter il giorno 22 aprile 2014 relativo alla presentazione del dossier ANICA "Tutti i numeri del cinema italiano 2013" tenutasi il giorno 15 aprile 2014 presso il MIBACT, Salone del Consiglio Nazionale al Collegio Romano in Via del Collegio Romano, 27 alla presenza del Ministro Dario Franceschini.

Link: http://www.tafter.it/2014/04/22/cinema-italiano-in-panne-urge-una-terapia-shock-di-alessandro-del-ninno/


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numeri del Mibact e dell’Anica relativi al 2013 confermano i soliti nodi strutturali di un mercato stagnante che non riesce ad assumere lo spessore di una vera e propria industria. Incassi e presenze che alla fine del 2014 rischiano un trend negativo per mancanza di prodotto pregiato da maggio ad ottobre e Mondiali di Calcio dall’altro. Investimenti che calano quasi del 30% (si tratta in valori assoluti di 50 milioni di euro) a causa soprattutto della contrazione dei budget delle televisioni ma anche della mano pubblica. Tanti, troppi film prodotti gran parte dei quali “invisibili” al pubblico e dal costo medio sempre più contenuto (1,7 milioni). Non a caso crescono a dismisura le opere realizzate con meno di 200mila euro. Un parco sale in forte sofferenza di redditività all’interno del quale 1 schermo su 4 (soprattutto mono-schermi collocati nei centri cittadini), non è ancora riuscito a digitalizzare i propri impianti. Un sistema distributivo arroccato su logiche troppo rigide che necessitano un rapido svecchiamento a cominciare dall’adeguamento del sistema delle windows al nuovo scenario digitale e al moltiplicarsi delle forme di fruizione dei contenuti.

Nell’indicare le ricette per dare slancio al settore, il Ministro Franceschini ha puntato molto sulla necessità di rafforzare le strategie di internazionalizzazione a partire dal superamento del tetto dei 5 milioni come importo massimo detraibile da parte delle produzioni straniere in Italia, (tetto che non attrae i film ad alto budget) a nuovi e più efficaci incentivi alle coproduzioni con l’estero (attualmente funzionano solo con la Francia), e in particolare con quei paesi emergenti che esprimono flussi crescenti di turismo in Europa ma non in Italia. La crisi si è fatta sentire anche sul versante televisivo là dove Rai e Mediaset continuano a rappresentare il principale motore finanziario del cinema, accanto agli investitori esterni. I numeri mostrano uno strano paradosso per cui Rai investe di più ma programma di meno, mentre Mediaset investe di meno ma programma di più e meglio. Il terzo braodcaster Sky Italia sta aumentando i propri investimenti ma nei prossimi anni ci si attende un maggior impegno sia in termini economici sia sotto il profilo dell’innovazione dei generi.

Nessuno ha la bacchetta magica soprattutto in tempi di spending review. Accanto ad una distribuzione più efficace e razionale delle risorse pubbliche nazionali e regionali (si tratta sempre di quasi 200 milioni di euro all’anno a sostegno di tutta la filiera), a nostro avviso il compito dello Stato dovrebbe orientarsi su 5 direttrici chiave: semplificare il quadro normativo spostando ulteriormente il proprio intervento sugli schemi di incentivazione fiscale a favore di tutta la filiera (correggendone alcune distorsioni); destinare maggiori investimenti alla fase di sviluppo (start-up e uso di linguaggi transmediali e crossmediali) e alla formazione di giovani talenti creativi; attrarre maggiori risorse internazionali valorizzando e riconoscendo il lavoro prezioso delle film commission; facilitare la circolazione e diffusione delle opere a livello transnazionale su tutte le piattaforme disponibili coinvolgendo in modo costruttivo anche i giganti di Internet interessati ad investire e veicolare contenuti locali di qualità; incentivare la domanda attraverso politiche di sensibilizzazione del pubblico più giovane, strumenti di promozione di servizi legali di video on demand e al tempo stesso rimuovere i pesanti vincoli burocratici che impediscono l’apertura di sale moderne fuori e dentro i centri cittadini. Il semestre di presidenza italiana alle porte è la sede idonea per approfondire questi temi e proporre soluzioni condivise.

Bruno Zambardino è Direttore Osservatorio Media di I-Com e Docente di Economia e Organizzazione del Cinema e della Tv presso l’Università La Sapienza di Roma